Festa Triennale

I Festeggiamenti si svolgono ogni tre anni ai primi di Settembre per onorare la Natività di Maria SS. Nel 1884, in occasione della richiesta al Vescovo del permesso per la Prima Incoronazione della statua con corone d’oro, il parroco di Luzzogno scriveva: ‘l’anno venturo è il tricententenario della, festa (…). La festa triennale si è sempre fatta con solennità (…)’ Stando dunque a questa testimonianza, l’origine della celebrazione risalirebbe all’anno 1585.

Il Falo dei “Ragazzi” al ponte

I preparativi

L’attesa ricorrenza, con la tradizionale processione che accompagna la Santa figura della Madonna delle Grazie dalla chiesa della Colletta alla Parrocchiale di S. Giacomo, mobilita il paese di Luzzogno già alcuni mesi prima della scadenza settembrina. Per organizzare e coordinare i lavori di preparazione ad allestimento dei festeggiamenti è eletto un apposito Comitato; questo è costituito da un presidente, un vice, un segretario e un cassiere. Le opere di manutenzione, sistemazione, abbellimento e pulizia sono svolte da gruppi di volontari locali: gli elettricisti si dispongono a squadre, in tutto il paese fino al Santuario, i muratori provvedono ai ritocchi necessari, i verniciatori si dedicano a ringhiere e pali, altri eliminano arbusti e rovi dalla parete rocciosa antistante l’oratorio ed in tutto il percorso fino al paese; mani femminili si offrono alla pulizia delle Chiese e delle strade. C’è poi chi si occupa della raccolta di doni per la preparazione del banco di beneficenza, chi invece pensa all’allestimento della Mostra dei lavori femminili e chi all’indispensabile quanto impegnativa opera ristoratrice, con bar e cucina nei locali della Pro Loco. che termina il Lunedì con il consueto banchetto per tutti i collaboratori. Anche i bambini hanno un ruolo non indifferente nella realizzazione della festa : costruiscono un loro falò al ponte (‘ il falò d’i matai ‘), da ricordare anche il falò dei coscritti,confezionano i secchielli di carta colorata utilizzati per ornare la galleria, il ponte e il Santuario o avvolgono i biglietti del banco di beneficenza. Inoltre durante tutti i preparativi della festa, i piccoli si alternano a servire a loro modo tutti i gruppi di lavoro.

La tela

La tela, anticamente tessuta a mano con la canapa coltivata e macerata localmente (come testimoniano i resi dei pozzi ancora visibili ), si tramanda da generazioni e ogni famiglia la conserva solo per la festa triennale della Colletta.la tela Il prezioso tessuto è richiesto anche alla frazione di Inuggio, senza il cui apporto non sarebbe realizzabile l’ intera ‘galleria’, Il Venerdì pomeriggio precedente la festa, al suono della campana della chiesa di S. Marta, le donne s’apprestano a portare con le gerle la tela che, pezza dopo pezza, è segnata con numeri di riconoscimento e depositata in chiesa. Per ‘la guardia della tela’ vegliano i coscritti e sono considerati i diretti responsabili. La mattina dopo, i più anziani ed esperti preparano tutte le pezze piegandole ed avvolgendole in un modo particolare, tale da permettere il rapido srotolamento quando saranno ‘lanciate ‘sopra le corde tese. La tela, che costituisce la ‘galleria ‘, viene custodita per tutto il tempo. Durante le processioni per prevenire spiacevoli inconvenienti, due ali di giovani con tipici bastoni di legno, tenuti orizzontalmente, si dispongono a barriera affinché la gente non vada ad urtare gli addobbi ma soprattutto la ‘tela’ , patrimonio prezioso impregnato di antichità e di profondi significati.

Una “Pezza” di tela usata per la galleria

La Galleria

La ‘Galleria’, è lunga un’ottantina di metri, inizia dal portico della chiesa Parrocchiale, attraversa la piazza e prosegue lungo lo ‘stradone’ giungendo alla Chiesa di S. Marta.la galleria Una settimana prima della festa vengono infissi nel terreno i pali di legno (sostituiti nel ’91)che, con le ‘traverse’, formano la struttura portante di questo singolare padiglione. Il Sabato della Festa, alle quattro del mattino, il presidente del Comitato suona la campana della piccola chiesa di S. Marta per radunare tutti gli uomini. I primi lavori consistono nel tendere le corde che sosterranno la tela e nella stesura dei cavi per l’impianto elettrico; poi, partendo dal portico, sono sistemate, con vigorosi lanci. 180 pezze di tela che servono a coprire la volta.

Ai lati si chiude con preziose lenzuola ricamate. Nel frattempo, ad un nuovo tocco della campana, giungono le donne che hanno il compito di cucire tra loro i lembi di stoffa, mentre altre preparano grossi secchielli di caffè bollente da distribuire a tutti. L’addobbo è in stile veneziano: un vero tripudio di palloncini, luci e festoni multicolori.Sono posti gli ‘archi di trionfo’ all’ingresso del paese, alla fine della Galleria e presso ogni Cappella, precisamente di: S. Giovanni, di S. Rocco, di S.Lucia, della ‘buona morte’ al ponte, dell’Addolorata alla ‘Crusetta’, infine alla Cappella di S. Filippo Neri sotto l’antica casa Parrocchiale. Questi ‘archi trionfali’ si realizzano con due piante di faggio lunghe e sottili piegate ad arco, con rami frondosi intrecciati ad altri, di pino, addobbati con ghirlande e palloncini di carta colorata.Le case lungo la via percorsa della processione sono addobbate di palloncini, festoni, scritte inneggiate a Maria, rosari e decorazioni religiose decorate e illuminate.

La galleria

La mostra dei lavori femminili

La “mostra dei lavori femminili”, ormai diventata tradizionale durante le festività triennali della Madonna della Colletta, è per le donne di Luzzogno un gradito impegno. Questa iniziativa maturò nell’anno del Centenario dell’incoronazione della Madonna (1985), per dare un ulteriore incentivo alla festa. Gia molti mesi prima dei festeggiamenti, le donne uniscono fantasia e abilità per realizzare il proprio capo di lavoro da offrire. Tutte partecipano, anche le bambine, con lavori eseguiti a “puncetto”, a uncinetto, con ricami di ogni tipo che impreziosiscono corredi vari, con dipinti su stoffa e con quadri realizzati a “mezzo punto”. Per quanto riguarda i lavori a maglia ci sono in primo piano i tradizionali “pull”, ovvero le originali calzature di lana della Valle, ; seguono scialli, maglie in genere, calze tipiche della zona, completini e copertine da neonato. Inoltre sono esposti, su di un manichino, diversi capi del costume locale: la “camisa”, bianca camicia ornata di ricami e inserti al “puncetto” sul davanti e con tramezzi detti “tracadent” sulle maniche. Tale esposizione è completa di: “padlon” (veste), “scusal” (grembiule), “bustin” (corsetto), “giupon” (giacchetta), e calze di lana. La mostra viene aperta al pubblico generalmente all’inzio della novena,e ogni visitatore interessato fa la sua offerta per l’acquisto, confermata o meno durante l’asta che si tiene come di tradizione la Domenica, ultimo giorno delle celebrazioni.