E’ un soleggiato paese della Valstrona, disposto su un pianoro spazioso a 710 mt. d’altitudine, tra prati e boschi scoscesi. Il nome potrebbe derivare da Lux-Omnium ad indicare il ruolo primario ”luce di tutta la Valle” oppure discendere da Lucus-usium, “foreste degli Usii” (antichi abitanti di queste zone) o, anche, da Lucus-omnium “Bosco di tutti”, per la grande estensione del suo patrimonio silvestre.
Le prime popolazioni che si spinsero in questo territorio provenivano probabilmente dalle limitrofe valli Sesia e Anzasca. Nel secolo IX i signori di Crusinallo inviarono sul posto alcune famiglie per guidare gli armenti alla pastura: i pascoli erano abbastanza agevoli e protetti, l’acqua scorreva in abbondanza. Le prime abitazioni dovettero sorgere proprio vicino al torrente.
Rispetto ad altre zone della Valle, molto più impervie, l’altopiano di Luzzogno, ben esposto al sole e riparato dai venti, si presentava particolarmente adattabile, se pur con duro lavoro, alle colture: patate, fagioli, segale e canapa (quest’ultima preziosa per ricavarne il tessuto, come testimonaio alcun resti di pozzi da macerare).Discretamente generoso di castagne e noci (con le quali si produceva farina e olio per l’illuminazione), di foraggio per mandrie e greggi, il paese vide ben presto aumentare il numero degli abitanti.Luzzogno fu la prima Parrocchia della Valle, staccatasi da Omegna nel 1455; fu anche il più antico comune (1756).
Utilizzando il legno locale (faggio, frassino, rovere, larice) gli uomini divennero abili intagliatori e falegnami, tradizione che continua ai tempi odierni, e che ha vissuto un periodo di grande espansione allorchè, utilizzando la forza dell’acqua dello Strona, si crearono numerosissimi laboratori artigianali per la costruzione di svariati oggetti: dai giocattoli ai mestoli, dai macinapepe alle cornici. Accanto alla radizionale lavorazione del legno esiste, da tempi antici, anche l’arte dei peltrai e dei concari, esperti nel trattare i metalli e nel realizzare articoli casalinghi di vario genere. I prodotti di questi artigiani erano un tempo smerciati, insieme ai prodotti agricoli, sui mercati di Omegna, Orta, Gozzano, Pallanza e Domodossola, trasportati dalle donne dentro le gerle.
Durante il 1800, periodi di forte carestia costrinsero gli uomini ad emigrare: se prima, infatti, lattonieri e falegnami gia si spingevano nelle pianure piemontesi e lombarde a prestare la loro opera manuale, nel periodo menzionato si recavano in Germania e America per anni interi.
In località Pianaccia, esisteva anche una cava di marmo “di grana molto fine e trasparente” (Don Felice Piana) che fu chiusa nel 1884 per difficoltà di trasporto. Stessa fine per le miniere di calcopirite all’Alpe Colle, sopra l’abitato, abbandonate dopo la Prima Guerra Mondiale. Esistevano anche miniere di ferro e oro intorno a Massiola.
Luzzogno oggi
Benchè il fenomeno dello spopolamento montano abbia raggiunto anche la Valstrona, si può constatare che i luzzognesi siano ancora molto legati al loro territorio. Ciò è testimoniato dal discreto sviluppo edilizio degli ultimi tempi e dalla tendenza dei giovani che intendono formarsi una famiglia a stabilirvisi definitivamente. Attualmente il paese, con 400 abitanti, dispone di un asilo infantile, delle scuole elementari e della biblioteca; inoltre è aperto al pubblico un negozio di alimentari e uno di parrucchiera.
Enti e gruppi sociali sono: il Circolo Operaio, la Pro Loco, il Gruppo di Volontari per il pronto soccorso, il Gruppo Alpini, il Comitato Festeggiamenti Madonna della Colletta. Per quanto riguarda le attività lavorative si può ricordare che a Luzzogno sono esercitati molti mestieri. Infatti vi sono: muratori, fabbri, idraulici, lattonieri, meccanici, piastrellisti, elettricisti, falegnami, molti dei quali svolgono attività in proprio. Non mancano affermati cuochi e pasticceri, negozianti di commestibili, parruchiere ed estetiste, chi svolge professione d’insegnante, geometra, ragioniere e chi si occupa d’attività artistiche. Funzionano inoltre alcune piccole fabbriche a conduzione familiare, dedite alla lavorazione del rame, di minuterie metalliche.Un altro buon numero di persone porta la propria capacità produttiva nelle città di Omegna e zone circostanti, qualche giovane, ma questi sono la minoranza, si ferma nelle fabbriche di “fondo valle”.
Per quanto riguarda l’agricoltura e l’allevamento del bestiame (un tempo molto praticate), è senz’altro da rilevare che Luzzogno è ancora uno dei pochi paesi della Valle a mantenere un discreto numero di “coltivatori diretti”. Questi si dedicano all’allevamento di capre e pecore (la Pro Loco ha organizzato per un trentennio un’importante Rassegna Ovi-Caprina riconosciuta a livello regionale) e di bovini, con i quali in estate sono raggiunti gli ultimi alpeggi ancora in uso.